sabato 24 maggio 2014

12 fiabe in cerca d'autore: Il classico dei classici Biancaneve e i sette nani




La storia comincia con un bambino, un bambino appassionato di natura, di disegni e animali.
Per lui i fiori potevano parlare e avere occhi e bocca, come gli animali, che ritraeva antropomorfi.
Questo bambino pieno di fantasia e immaginazione era costretto a scontrarsi con la dura realtà del 1910. Ai tempi lui ed il fratello maggiore erano costretti a lavorare: levatacce prima dell'alba per consegnare i quotidiani del mattino, poi la scuola e nel pomeriggio via a distribuire l'edizione serale del Kansas City Star
a volte il piccolo crollava addormentato in strada, sprofondato nella gelida neve dell' Arkansas tale era la stanchezza.
passarono gli anni e un giorno, tra tanto lavoro, il ragazzino ormai adolescente riuscì a sgattaiolare in un cinematografo di Kansas city; ai tempi i film erano in bianco e nero e non c'era il sonoro.
Seduto su quella poltroncina di legno il piccolo vide il primo film della sua vita: Biancaneve, con la bella Marguerite Clark ad interpretare la principessa muta... rimase incantato dal film, così affascinato dalla storia da non accorgersi che il tempo passava.
Ci penso il padre a ricordarglielo, strattonandolo con forza verso l'uscita della sala: aveva perso tempo in un cinematografo ed il burro che doveva consegnare era andato a male!!!
Il padre dette al ragazzo un sonoro schiaffo in mezzo alla strada.
Quell' Elias Disney muoveva troppo spesso le mani...

LA FOLLIA DISNEY

Nel 1934 la Walt Disney productions produceva a pieno ritmo cortometraggi di Mickey Mouse e le leggendarie Silly symphony.
In quest'anno nasceva anche Paperino.
Reduci dall'applicazione del Technicolor nel corto Fiori e alberi (1932) e dal successo de I tre porcellini (1933), così apprezzato dagli U.s.a da dare al New Deal, il piano economico del presidente Roosevelt, una sferzata di ottimismo con la canzone "chi ha paura del lupo cattivo", sembrava venuto il momento di introdurre qualche altra novità.


Quando perciò Walt annunciò di voler lavorare ad un lungometraggio, un intero film fatto di disegni animati tratto dalla favola dei fratelli Grimm, i suoi collaboratori ne furono davvero entusiasti!
Fino ad allora esistevano solo i cortometraggi animati e venivano proiettati al cinema prima o dopo i film "live action" cioè con attori veri, si trattava di una vera rivoluzione, un cosa mai realizzata prima!
Gli addetti ai lavori ad Hollywood pensarono che Walt Disney fosse impazzito, un film intero dedicato ai cartoni animati!?! vedevano già la Disney Productions in bancarotta.
Ad Hollywood si Cominciò a chiamare il progetto  "LA FOLLIA DISNEY", persino la moglie Lillian ed il fratello Roy tentarono di farlo desistere, anche perché gli investitori dimostrarono da subito poco entusiasmo verso questa idea e per seguire il suo ambizioso progetto Walt fu costretto a porre un ipoteca sulla sua casa.

Venne in aiuto della Disney il socio fondatore della Bank of America, l'italo americano Amadeo Giannini, Un banchiere ed un uomo unico nel suo genere, che fu di aiuto a molti grandi del cinema di inizio secolo tra cui Charlie Chaplin e Walt Disney, di cui divenne anche amico.

finalmente si Poté partire e nelle prime riunioni di produzione si pensò di creare una storia piena di gag, Walt le pagava 5 dollari l'una a chiunque ne proponesse.
Negli archivi Disney (i leggendari archivi Disney) sono infatti ancora presenti bozzetti che mostrano un principe azzurro imbranato che fa una serenata comica a Biancaneve e smarrisce la strada nel tentativo di salvarla dalla strega cattiva, quest'ultima in più tentativi prova ad uccidere la bella principessa, addirittura con un pettine avvelenato come prevede la favola dei fratelli Grimm ed intrappola il principe nelle segrete del suo castello tentando poi di annegarlo.
Con il tempo si delineò la storia, che venne ripulita dalle folli gag, e si trovò il giusto equilibrio di paura (in Inghilterra venne vietata la visione del film ai minori di 14 anni) divertimento e commozione, ma anche romanticismo! da un certo punto in poi il lavoro verrà letteralmente gettato via e rifatto da capo.



Il primo classico Disney si trova dentro ad un grande libro Bianco e dorato, unica parte del film non animata, e fin dalle prime immagini, si capisce che la fabbrica dei sogni ha creato qualche cosa di speciale.
Biancaneve e i sette nani è davvero unico ed inimitabile, è la rivoluzione del concetto di arte animata, fino ad ora conosciuta, il capostipite di nuove tecniche di disegno e produzione, che unite alla bravura di disegnatori fuori classe diedero vita a quello che a tutt'oggi viene considerato il miglior lungometraggio animato di tutti i tempi.


I fondali danno un idea di tridimensionalità mai raggiunta prima di allora.
Per dare questo effetto è stata utilizzata la multiplane camera: Inventata nel 1933 dal geniale Ub Iwerks, questo strumento funzionava montando 4 disegni, aventi ognuno un particolare, su dei piani distanziati, filmando la scene si riusciva ad ottenere la profondità di campo e l'immagine finale ricomposta.

credit: http://www.animationschooldaily.com/


Le musiche e le canzoni furono di vitale importanza per delineare il film, per la voce di Biancaneve Walt Disney in persona selezionò tra tantissime candidate Adriana Caselotti, di origini italiane la giovane attrice diede la sua voce da usignolo alla bella principessa.

Credit: Brian Sibley
La premiere, tenutasi il 21 dicembre del 1937 al Carthay Circle Theatre di Los Angeles fu un successo, la gente accorsa con curiosità a vedere il film ne rimase entusiasta: risero per le gag dei nani e piansero di commozione per il destino di Biancaneve, il tutto per una durata di 72 minuti. Walt Disney ricevette un ovazione e non riuscì nemmeno ad elencare tutti i nomi dei sette nani tanto era emozionato.
Ad Hollywood tutti i detrattori che criticarono il papà di Topolino chissà come si dileguarono e fu una tenerissima Shirley Temple il 23 febbraio del 1939 a consegnare a Walt Disney l'Oscar più bello mai visto: una statuetta corredata da sette piccoli nani oscar a seguire.

La piccola Shirley Temple consegna l'osca speciale a Walt Disney


Biancanve, la capostipite delle principesse Disney, non fu un grandissimo successo solamente nell'anno di uscita, ma aiutò la Disney ogni qualvolta ritornò sul grande schermo, una fra tutte, nel 1944 quando la guerra inibì il mercato europeo e i fondi della Disney scarseggiavano.
Diede il via alla tradizione di riproporre al cinema i classici ogni 7 anni circa e fino ad ora sono proprio sette le volte in cui questa pellicola è stata riproposta al cinema.
Ah! vi ricordo che in settimana questo capolavoro è uscito nuovamente in Disney Dvd e Blu-ray, casomai vi venisse in mente di riguardare questo bel lungometraggio.
Chissà che non lo vediate con occhi diversi...


Questo post partecipa al contest di Bogomilla Hopp: 12 fiabe in cerca d'autore e qui sotto ci sono i nomi e i blog delle talentuose compagne di viaggio che hanno interpretato questa straordinaria fiaba.

ALESSANDRA 
AMELIA 

lunedì 12 maggio 2014

Nel meriggio d'or

Se io avessi un mondo come piace a me,
là tutto sarebbe assurdo,
niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è e viceversa:
cio che è non sarebbe, e ciò che non è… sarebbe!


credit Disney

non ci posso fare niente. È la mia fiaba preferita, non so nemmeno quante versioni posseggo di questo libro, una lettura a tratti difficile, che non ho forse capito ancora fino in fondo, ma che ho sempre amato.
È stato uno dei primi libri che ho letto alle elementari, anche se si trattava di una edizione per bambini, ma i miei ricordi volano ancora più indietro, quando, forse ai tempi dell’asilo, non facevo che sentire e risentire la musicassetta  (io il videoregistratore non ce l’avevo uffaaaa) tratta dal film.
E' con timore reverenziale che parlo di questo classico,  il mio preferito ovviamente…

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

La storia narra di una bambina che si addormenta sotto un albero ombroso in un caldo pomeriggio d'estate e incontra delle creature bizzarre e pazzerelle, quanto l'ho invidiata!
A Walt Disney, balenò spesso in testa questa storia, dovete sapere che Alice, in una versione completamente diversa è stata uno dei suoi  primi guadagni...

ALICE IN CARTOONLAND
(1923)


Un allora ventiduenne Walt Disney si preparava a lasciare Kansas City, destinazione Hollywood, con 40 dollari in valigia (di cartone!?) e una pellicola chiamata: Alice in cartoonland, la sua idea era quella di far interagire una bambina, la piccola Virginia Davis, Con un mondo totalmente fatto di cartoni.
La laugh’ o gram prima e Disney Brother’s  Production in seguito, produsse questa serie fino al 1927, anno in cui per mancanza di fondi e non per insuccesso, ne terminarono la produzione.
I distributori  (ricordate Margaret Winkler & Charles Mintz?) cominciarono poi ad interessarsi al fratello maggiore di Topolino, ossia il coniglietto Oswald. 

Quando poi, più di dieci anni dopo, Walt Disney pensò di realizzare il primo lungometraggio a cartoni animati della storia pensò subito a lei, Alice, come prima storia da animare, ma preferì alla fine dedicarsi alla storia di Biancaneve e i sette nani  e visto il successo fu un ottima idea …

Nel 1936 fu il turno di Topolino con il cortometraggio “Topolino attraverso lo specchio".
Mickey si addormenta con in grembo il libro omonimo di Lewis Carroll e vive un esilarante avventura in una stanza da letto speculare alla sua, che raggiunge attraversando lo specchio del comò.

credit Disney

Walt provò a realizzare Alice anche nel 1938, ma i disegni realizzati per gli storyboard dall’art. Director David S. Hall risultarono troppo difficili da animare, in quanto troppo simili a quelli dello storico illustratore del libro, John Tenniel,  mentre i testi del neo assunto Al Perkins gli sembrarono troppo cupi.

Avete visto come negli anni la bambina curiosa, uscita dal calamaio del reverendo Lewis Carroll, abbia fatto spesso capolino nella mente di Walt, ma sembrava non fosse  mai il momento giusto per darle vita,
con sempre nuove idee, tra successi ed insuccessi, mele avvelenate e burattini di legno, cerbiatti coccolosi e scarpette di cristallo.
Ci volle lo smisurato talento di Mary Blair, stimata disegnatrice Disney dal 1939, che mostrando a Walt i suoi colorati e allegri disegni dedicati al paese delle meraviglie lo convinse definitivamente a realizzare il film sulla fanciulla che cadde nella tana del bianconiglio.

ecco uno dei concept di Mary Blair, Credit Disney

Alice nel paese delle meraviglie è il tredicesimo classico sfornato dalla fucina delle meraviglie che è la Walt Disney Productions, da subito se ne vede un grande potenziale, il tripudio di colori, le gag tra personaggi bizzarri sempre in movimento e la musica, tantissima musica, atta a portare nel lungometraggio i sofisticati giochi di parole di Lewis Carroll, tanto da essere ancora il classico Disney con più canzoni al suo interno: alcuni sono solo brani di qualche strofa, ma sono comunque più di 30; pensate che ne vennero addirittura scartati alcuni per questa produzione, ed un brano in particolare venne riadattato come sigla di apertura per il classico successivo, "Le avventure di Peter Pan" (La canzone è la seconda stella a destra).
La scena in cui il cappellaio matto spalma di marmellata l’orologio di un disperato Bianconiglio è in bianco e nero: questo perché la censura del tempo temeva che potesse sembrare troppo violenta, e anche a distanza di decenni, l’avrete notato, è rimasta così: l’orologio impazzisce, dopo essere stato farcito a dovere,  e quando la sua sbullonata corsa sopra al tavolo viene fermata con un colpo di martello dal leprotto bisestile ed esplode, la scena diventa per un attimo in bianco e nero.

L'uscita ufficiale avvenne il 6 luglio del 1951 Ammetto che rimasi stupita nel leggere che l’accoglienza al botteghino fu davvero mite, tanto che Walt Disney stesso, deluso dall'insuccesso di un film  che poteva avere tutte le carte in regola per essere amato,  definì la piccola Alice, un personaggio troppo freddo.
Il film non venne mai riproposto nelle sale cinematografiche fintanto che Walt fu vivo, rompendo così la routine di ritorno al cinema dopo sette anni di ogni classico, fu però il primo ad essere trasmesso in televisione nel'54, anche se in versione notevolmente ridotta, durante il programma “Disneyland”.

credit Disney

In realtà l’insuccesso iniziale è probabilmente dovuto anche ad altri fattori, come ad esempio la presenza nel film di troppi registi, ben cinque, forse troppo impegnati a dare il meglio di loro stessi, tanto da strafare e snaturare quella che era l'idea iniziale del film.
in seconda battuta, ma non meno importante, il fatto che Walt Disney non seguì la realizzazione di Alice in Wonderland con la stessa dedizione con cui seguì gli altri lungometraggi. Walt aveva smesso da diverso tempo di disegnare, cosciente di non essere all'altezza, ma il suo contributo era vitale per indirizzare gli animatori: lui aveva il dono di sapere cosa volevano le persone.
Io poi ho una mia teoria:  probabilmente il capo della Disney era impegnato nel progetto più ambizioso di tutti:  Disneyland, i cui magici cancelli aprirono 4 anni dopo.

Alice all'uscita della festa di non compleanno del cappellaio matto (Disney)


Come spesso capita però nella storia, non sempre un capolavoro viene riconosciuto da subito, non fanno eccezione alcuni dei migliori lungometraggi della Disney, abbiamo visto che Fantasia, Pinocchio e altri, pur essendo delle pietre miliari hanno avuto una partenza in sordina.
Il riscatto per Alice avvenne in una maniera decisamente particolare: negli anni ’60, dopo l’uscita del film Yellow submarine di George Dunning si cominciò a “rivedere” questo classico sotto un altro aspetto: venne trasmesso in alcune università e complice l’uso di stupefacenti venne visto sotto un altra luce, i giovani lo apprezzarono un sacco.
Inutile dire che la Disney non fu molto felice di questa nuova interpretazione e si mobilitò per ritirare molte delle copie del film in possesso alle università.

Quindi un film che ai tempi era costato 3 milioni di dollari e ne aveva guadagnati solo 2,4 è diventato negli anni uno di quei lungometraggi Disney a cui il termine "classico" calza maggiormente a pennello!

Ho deciso, devo assolutamente rivederlo subito!!
Ehi, ma in un pomeriggio di sole caldo chi di voi non ha sognato di addormentarsi sotto ad un albero ombroso?




Antolooks:)